Alle soglie dei cinque anni dalla costituzione della nostra piccola associazione onlus “il Buon Samaritano”, dopo le testimonianze di Grazia Cavalluzzi raccontate nel suo diario “Un viaggio, un esperienza… e la mia vita è cambiata”, ho voluto anch’io fare questa esperienza nel mio cammino di fede e portare la mia piccola testimonianza a tutti voi.
La nostra associazione in questi anni si è direttamente impegnata in opere missionarie in Africa, nelle Indie, Filippine, Bolivia, e ha potuto, grazie a tanta gente di buona volontà, sostenere a distanza bambini realizzando anche alcune strutture per la loro istruzione e formazione.
Dopo la faticosa spedizione di un secondo container di aiuti umanitari che abbiamo inviato l’estate scorsa, ho deciso di partire per la Costa d’Avorio
Nonostante il viaggio venisse sconsigliato, per la perdurante criticità del processo di pace e le incertezze legate al quadro politico, tanti sono stati i pensieri e le preoccupazioni che mi sono venuti in mente. Tuttavia, ero felice di partire.
Avevo bisogno di vedere una realtà che non conoscevo e che da lontano con amore aiutavo.
Sostenuto dalla mia famiglia, da Grazia e da tutti i soci e con la benedizione di Don Marino e di Padre Gerard Yapo, il 20 gennaio il mio volo aereo attraversa il cielo. Destinazione: Africa.
Sono partito solo, ma dentro di me sentivo di non esserlo. Sapevo che tante persone mi stavano vicino con le loro preghiere, ma soprattutto avvertivo la presenza del Signore accanto a me, che conosceva le mie intenzioni e la mia missione.
Oggi posso dire che questo viaggio mi è servito e mi ha fatto molto riflettere su quanto ognuno di noi ha e dispone e che ciononostante non sappiamo accontentarci. Spesso non riusciamo ad apprezzare quanto abbiamo ricevuto. Ogni giorno è stato per me un dono che il Signore mi ha voluto regalare.
In ogni momento intravedevo Lui, incontrando le Ancelle di Gesù Bambino che, da vent’anni, sono impegnate a servire con amore anche questa piccola porzione dell’Africa; i bambini con la pelle color cioccolato e dai loro denti bianchi che ti sorridono e ti dicono “mercì mon père”(grazie padre mio); gli uomini e le donne dei villaggi che ti accolgono con ospitalità e generosità.
Il viaggio non è stato cosa semplice. Raggiungere i villaggi è stato particolarmente difficile, quasi impossibile, però ogni ostacolo veniva superato perché il Signore era con noi.
Suor Rosangela Pellizzari, cara amica e referente in San Pedro delle Ancelle di Gesù Bambino, mi aveva organizzato il tutto. Un programma di spostamenti più che intenso.
Ogni giorno, raggiungevo i villaggi, a bordo di un fuoristrada, accompagnato da una guida e da una consorella, percorrendo spesso sentieri di terra battuta di colore rosso, pieni di buche ed ostacoli, immersi nell’intensa foresta, circondata da altissimi alberi di palme, di caucciù, di cacao. Durante il tragitto, ogni sforzo e dolore fisico veniva superato perché i miei occhi vedevano bambini che, per raggiungere il loro villaggio, percorrevano tanti chilometri a piedi con le loro ciabattine o scalzi e donne che, in modo naturale, camminavano caricandosi sulla testa un recipiente di acqua, un cesto di banane, un fascio di legna e sulla schiena sostenevano i loro figli fasciati con dei teli coloratissimi.