"Al servizio dei deboli... per imparare ad amare"

IL BUON SAMARITANO - ODV 
- Organizzazione di volontariato a favore delle missioni -

Tre aule in Kabèbè' "Giovanni Nitti"

Kabébé è un villaggio della brousse, nella sotto- prefettura di Dogbo, nella zona di Bas-Sassandra, nel sud ovest della Costa d’Avorio. Villaggio situato nelle grandi piantagioni di cacao della regione ed è abitato in maggioranza da emigranti del Burkina Faso. E’ un’area prettamente rurale.


L’attività principale degli abitanti consiste nel coltivare cacao, prodotto di cui la Costa d’Avorio detiene il primato mondiale. In questi villaggi la produzione agricola dipende dalle piogge, per cui nei mesi di siccità gli agricoltori sono troppo poveri per comperare gli alimenti nei piccoli mercati locali, forse unicamente, del riso. In queste aeree rurali vivono i più poveri, arrivati lì perché spinti verso terre meno fertili ed ecologicamente più fragili, e spesso lavorano per terzi. Raramente essi possono far valere i loro diritti di proprietari e aver accesso a strade asfaltate, elettricità, istruzione o assistenza medica. Anche a Kabébé purtroppo non ci sono strutture né amministrative, né sanitarie. Gli abitanti si servono, come punto di riferimento a Dogbo, che dista una ventina di chilometri, dove risiede ol sotto prefetto.

A livello religioso vi lavora Padre Henry, un giovane prete, che conosco bene perché seguito durante il suo lungo percorso di studi , in preparazione all’ ordinazione sacerdotale. Egli è un presbitero molto attivo e anch’egli di origine del Burkina Faso. Padre Henry è’ dotato di una forte sensibilità verso questi emigranti in cerca di migliore fortuna, essendo egli stesso figlio di uno di questi. Questi villaggi sono dimenticati dall’amministrazione pubblica, perché troppo lontani e, perché sorti spontaneamente, con l’unico progetto di coltivare l’oro ivoriano (cacao) e guadagnare qualcosa per la propria famiglia e quella rimasta in Burkina. Le famiglie sono giovani e vi sono tanti bambini che sono la ricchezza e la bellezza del villaggio.

Come provvedere alla loro educazione scolastica? I genitori ne sentono la responsabilità, ma non hanno i mezzi e la capacità di organizzare qualcosa per un’istruzione di base. L’arrivo in zona di Padre Henry ha portato una ventata di speranza. Tanti desideri, tenuti nascosti, ora si possono esprimere e, osare una concretizzazione. Iniziano i primi incontri, le prime discussioni; si fanno delle previsioni, a volte si sogna troppo. Problema: mancano i mezzi. La parte economica è l’ostacolo più difficile da superare. Qualcosa bisogna tentare per i propri bimbi, per il loro futuro, purtroppo già segnato negativamente. C’è tanta buona volontà e questa spinge il giovane parroco a escogitare piccoli tentativi soprattutto per quanto riguarda la scuola. S’iniziano a costruire delle apatam (tettoie sostenute da quattro pali) con il legno del luogo e si ricoprono di paglia e di fogli di nailon neri. Si comincia così. Padre Henry non si dà pace e bussa, dove può, anche presso suor Rosangela, chiedendole le “tolles” che sono lamiere ondulate, che proteggono dal sole e dalla pioggia. Ora la proposta diventa più grande: le tre apatam potrebbero essere trasformate in classi non in muratura, perché costerebbero troppo, ma in banko, cioè utilizzando dei grossi pali di legno infissi a terra, e altri di canne posti orizzontalmente. Poi si riempirebbero le fessure con fango, terra argillosa mista a cemento. Per il tetto si utilizzerebbero le lamiere ottenute in precedenza. Progetto realizzabile perché tutto il materiale è presente nella zona, tranne il cemento. Il pavimento sarà cementato per rendere un po’ più igienico l’ambiente. Le pareti saranno poi intonacate e dipinte.

Costo finale € 9.000,00

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

 Inizio lavori

 Lavori terminati