Mi preparo a partire e cerco di attingere notizie e sensazioni dal diario di un grande della nostra terra di Puglia, don Tonino Bello che nel 1990 ha incontrato e vissuto, per un po’ di giorni, la realtà del popolo etiope. Sin da 1976 la Diocesi di Bari – Bitonto è gemellata con la Diocesi di Awasa in cui si trova Soddu Abala. Questi luoghi, pur non conoscendoli ci diventano familiari nel tempo perché don Franco Ricci decide di vivere un esperienza che lo prende totalmente, fino a costargli la vita interrotta brutalmente in un agguato a soli 43 anni. Difende i poveri e i loro diritti diventando così una presenza scomoda ed una voce da far tacere. In quello stesso periodo una nostra concittadina, l’insegnante Pesce Rosalia parte per l’Etiopia e condivide per cinque anni circa la stessa esperienza di don Franco. Insieme imparano a conoscere il popolo Gugi e con loro anche noi, pur lontani, impariamo ad amarlo. Morto don Franco, parte, per continuare la sua missione, don Leonardo D’Alessandro, sacerdote fidei donum, originario di Modugno. Vi rimane ormai da diciannove anni e i Gugi sono i suoi figli e la sua famiglia. La nostra associazione venuta a conoscenza della necessità di una scuola media a Soddu Abala, incontra don Leonardo durante una breve permanenza a Modugno. Ci fornisce il progetto della scuola e il preventivo di spesa e ricorrendo quest’anno il ventessimo anniversario della morte di Don Franco decidiamo di dedicarla a lui. I lavori incominciano a dicembre 2010 e proseguono con celerità perché inviamo a don Leonardo l’intera somma dei contributi ricevuti dall’erogazione del cinque per mille degli anni finanziari 2007 e 2008, nonché importi raccolti dai vari sostenitori che si sono dimostrati generosi e sensibili.
La struttura viene completata a fine agosto 2011 e il successivo 11 settembre viene benedetta dal Monsignor Giovanni Migliorati, Vescovo della Diocesi di Awasa.
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Prima della partenza ho il piacere di incontrare e di conoscere Gabriella Ricci, sorella di don Franco, per informarla della mia visita a persone e luoghi che suo fratello ha amato e in cui riposa. Il 14 febbraio 2012 parto dall’aeroporto di Bari con Mimmo Lombardo, mio compagno di viaggio e grande amico d’infanzia di don Leonardo. Con la benedizione di don Marino, saluto famiglia e amici che mi sosteranno con la preghiera. L’indomani mattina siamo ad Addisa Abeba. Mentre usciamo dall’aeroporto tra tanta gente vediamo in lontananza don Leonardo che alza le braccia per richiamare la nostra attenzione. Con tanto affetto ci abbraccia e ci da il suo benvenuto in terra d’Africa. A bordo del suo vecchio fuoristrada facciamo un piccolo giro in città, brevi soste per alcune commissioni ed acquisti vari, incontriamo Abba Tseggaye, un giovanissimo sacerdote etiope che deve celebrare la sua prima messa in Soddu Abala, e poi si parte tutti insieme per Awasa, prima tappa di questa entusiasmante missione. Un viaggio all’insegna di ogni imprevisto. Ciononostante in tarda serata arriviamo a destinazione. Siamo accolti da padre Sisto, missionario comboniano, segretario del Vescovo, che ci aspetta. Veniamo ospitati presso la struttura di accoglienza della Diocesi diretta da Monsignor Giovanni Migliorati, Delegato Apostolico di Awasa. Ringraziamo il Signore della giornata. Mangiamo qualcosina, alcuni scambi di riflessioni ma siamo stanchi e andiamo subito a dormire. La notte non solo ha portato riposo ma anche tanti pensieri. Il mattino di buon ora ci alziamo e mentre don Leonardo è impegnato in una riunione diocesana, incuriositi e affascinati per quello che vediamo intorno, abbiamo incominciamo a scattare alcune foto. Mentre passeggio, vedo in lontananza un volto a me conosciuto. Si, è proprio lui, padre Eliseo, un nostro amico missionario comboniano conosciuto da molte famiglie di Toritto. Mi avvicino, è lui incredulo mi riconosce ed affettuosamente mi abbraccia chiedendomi come fossi arrivato lì. Che bello! Se pur in quel momento eravamo lontani dal nostro paese e dei nostri cari ci sentivamo a casa. Incontrarsi con questi figli di Dio in missione ti arricchisce dandoti forza nel proprio cammino di fede.
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Con don Leonardo raggiungiamo il cimitero di Awasa ove è sepolto don Franco Ricci. Vicino alla sua tomba, don Leonardo celebra una messa in ricordo di questo nostro fratello. Al termine, una passeggiata in auto per Awasa. Raggiungiamo una precaria struttura sanitaria gestita dalle missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta. Nei dintorni, lungo la strada vedi tanta povertà e tanta sofferenza. Gente versata a terra che aspetta per essere accolta e curata. Queste nostre sorelle, che sono Angeli mandate in terra dal Signore, con tanto amore assistono molti di loro ma alcuni restano fuori. Fanno quello che possono. Con il loro sorriso ci accolgono nella loro casa e ci offrono un bicchiere di acqua e un bicchiere di te. Dopo quella breve sosta don Leonardo ci riferisce che dobbiamo caricare sulla nostra auto una decina di cartoni di medicinali per consegnarli, il giorno successivo, ad un altro centro di accoglienza per gli ammalati di Kibre Menghist, un altro paese che avremmo raggiunto percorrendo la strada di Soddu Abala, distante circa 230 km da quel posto. In serata, dopo aver fatto un piccolo spuntino rientriamo in diocesi e prima di andare a dormire manifestiamo tra di noi l’emozioni della giornata. Mattino, sveglia alle ore 6, partenza per Soddu Abala, ci aspetta un percorso ancora più tortuoso. A bordo, con noi viene anche Suor Hilda, una suora francescana di Maria che opera nella comunità religiosa di Gosa. E’ l’alba, iniziamo il nostro viaggio e raccolti in preghiera e canti lodiamo il Signore. Percorriamo una strada non asfaltata, sconnessa e piena di buche ma alla guida don Leonardo conosce bene il percorso e va spedito. Ciononostante siamo preoccupati e richiamiamo la sua prudenza. Tuttavia lui ci rassicura: non preoccupatevi arriveremo sani e salvi a destinazione. E’ pur vero che da una parte e l’altra della strada non si vede manco l’ombra di un auto. Ogni tanto incrociamo un carretto trainato da un povero asinello stracolmo di ogni tipo di carico, qualche vecchio piccolo bus sgangherato carico di persone e bagagli insaccati tra loro come sardine in un barattolo di lamiera. Quello che ci ha stupito sempre più che da una parte e l’altra del ciglio della strada c’è tanta gente che va e viene. Intorno non c’è nulla e quello che vediamo non è altro che tanta povertà e miseria. Loro vivono così la vita che gli ha donato il Signore.
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Raggiungiamo Gosa paese che è dislocato a circa duemilasettecento metri in altura, anch’essa immersa tra la foresta. Don Leonardo ha diretto per nove anni quella comunità.
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Accolti dalle consorelle francescane di Maria nella loro cassetta immersa nel verde abbiamo preso un caffè, un pezzo di pane caldo con un po’ di marmellata. Ci hanno portato a visitare un piccolo ambulatorio sanitario, una chiesetta ed una scuola di cui alcune aule adibite per l’istruzione dei bambini ed altre per la formazione delle attività per le ragazze, opere che sono state realizzate da don Leonardo nel corso della sua permanenza in quel centro.
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Abbiamo anche visto l’ingegnosità di quest’uomo che ci ha manifestato la sua passione anche in altri settori, scaturiti tutti dalla necessità di arrangiarsi e trovare ogni soluzione. Difatti lui ci ha confidato l’interesse che ha per le materie tecniche e ci ha fatto conoscere alcune sue piccole invenzioni pure in mancanza di mezzi e denaro. Mentre stiamo ritornando per riprendere l’auto e proseguire il nostro viaggio passando da una capanna siamo stati affascinati dalla delicatezza di una bambina che aveva non più di sei anni, a piedi nudi e che aveva il fratellino in spalla avvolto in una coperta, mentre la loro madre immersa tra gli alberi sbucciava le foglie di falso banano. Siamo stati incantati da questa scena di vita e di amore.
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Salutiamo le consorelle francescane e proseguiamo il nostro viaggio. La strada è sempre non asfaltata e la meta da raggiungere è lontana. Tuttavia vediamo che sono in corso lavori per renderla percorribile. Lungo la strada arriviamo nel posto ove don Franco Ricci ha lasciato la sua vita terrena per andare dal Signore nel Regno dei Cieli. Sul ciglio è stata posta una croce. In religioso silenzio gli rivolgiamo una preghiera e alzando gli occhi al cielo lo salutiamo
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Arriviamo a Kibre Menghist centro di accoglienza per gli ammalati gestito dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta. Siamo ricevuti da suor Siena Maria che ci aspetta. Anche qui vediamo tante persone e bambini ammalati che vengono curati con amore da queste nostre sorelle. Scarichiamo tutti i cartoni dei medicinali che avevamo a bordo.
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Dopo una breve sosta ci salutiamo con loro e proseguiamo il nostro viaggio. Siamo stanchi ma felici di raggiungere la meta. Sulla strada ad un bivio vediamo un piccolo cartello di lamiera con scritto SODDU ABALA. Increduli, sorridiamo perché dobbiamo percorrere uno sterrato immerso in una foresta tra alti fusti. Ci sono da una parte e l’altra delle capanne fatte in paglia e canne. Al nostro passaggio tanti bambini, semi nudi e senza scarpe, con il loro volto color cioccolato e dai denti bianchi ci sorridono e ci salutano “abba ciao”. Siamo emozionati nel vedere queste scene. Bambini di piccolissima età che corrono a piedi nudi per raggiungerci e alzando le loro braccine fanno festa al nostro passaggio. Don Leonardo ci dice: questo è quello che ho ereditato da mio fratello abba Franco per volontà del Signore.
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Siamo a casa dove ci accoglie Abba Gebre Mariam, uno dei più anziani sacerdoti etiopi che collabora con Abba Leo. Affettuosamente ci abbraccia e ci da il suo benvenuto. Scarichiamo l’auto di tutte le cose che avevamo portato con noi. Abba Gebre Marie ha fatto preparare la cena. In quel posto non c’è corrente, ma per gli ospiti i nostri fratelli missionari accendono un vecchio gruppo elettrogeno a diesel fatto installare vent’anni fà da don Franco. Intorno ci sono sette o otto prefabbricati fatti di tufi e lamiera, c’è una piccola chiesetta. E’ molto buio non si vede niente, ma alzando gli occhi si vede il Grande Cielo ricolmo di stelle che brillano d’amore. Abbiamo ringraziato il Signore per averci accompagnato in questo posto. Siamo stanchi ma contenti. Andiamo nella casa degli ospiti per riposare.
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Ci alziamo il mattino alle ore sei e trenta per le lodi mattutine. Entriamo in chiesa e vediamo che pian pianino arriva qualche uomo, donna e bambino che si unisce a noi. Fa’ molto freddo, siamo a millesettecento metri di altitudine. Incuriositi ci sorridono, sanno che siamo loro fratelli e che siamo uniti dall’amore in Cristo. In preghiera e con canti di lode ci rivolgiamo al Nostro Signore. Subito, dopo, tutti lasciano la chiesetta e ritornano nelle loro capanne di bambù e paglia.
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Ognuno ha da fare qualcosa: le donne puliscono i loro poveri panni, chi ara la terra, chi raccoglie qualche frutto, chi batte il miglio, ma soprattutto i bambini che vanno a scuola. Vi sembrerà strano ma in effetti loro anche se non hanno nulla sono molto interessati a voler studiare tant’è che l’amato don Franco, in questo posto così lontano ed immerso nella foresta, tra i vari animali selvatici che lì vivono, aveva fatto costruire una scuola di lamiera per dare un istruzione primaria anche a questi bambini. Grazie anche alla prosecuzione di questa missione cattolica, don Leonardo non solo si è impegnato a sostituire don Franco nel suo cammino pastorale portando loro la parola di Dio ma ha potuto realizzare un'altra scuola per poter far crescere il loro interesse verso l’istruzione
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Raggiungo il luogo delle scuole, lì poco distante. Suona la campanella, sono tutti fuori per la ricreazione. Don Leonardo mi presenta le insegnanti. Sono giovani ragazze. Mi fa visitare sia la scuola primaria costruita da don Franco e a fianco quella secondaria, appena realizzata. E’ un successo. E’ una struttura di muratura, pavimentata, ci sono diverse aule, armadi, banchi. I bambini ci sorridono, sono contenti e fieri. Poniamo una targa sulla porta d’ingresso di una stanza in memoria di “Don Franco Ricci” che ha voluto portare con il suo sacrifico l’amore verso i nostri fratelli più poveri
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Nel corso di questa permanenza in Soddu Abala e dintorni ho potuto godere le bellezze della natura,
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gli uomini e le donne che ti accolgono con ospitalità e generosità nelle loro capanne
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i bambini che vivono la loro infanzia povera ma gioiosa
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gli animali selvatici che vivono la loro libertà,
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le chiesette sparse nell’immensa foresta in cui tutti si recano per lodare il Signore.
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E’ terminato il mio viaggio in Soddu Abala. Nella via del ritorno con te porti ogni momento di emozione, di dispiacere, di gioia e amore di questa gente, ma soprattutto ritorni più cristiano. Tante cose non si riescono ad esprimere ma sono contento di essere uno dei tanti umili strumenti nelle misericordiose mani di Dio che continua ad amarci e ad operare cose grandi per noi.
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Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato con noi, ed in particolare gli insegnanti, le famiglie e i bambini delle scuole elementari di Toritto, per far sì che la scuola media “don Franco Ricci” diventasse una realtà. Ringrazio don Leonardo D’Alessandro (Abba Leo), Abba Gebre Marie e tutte le comunità che mi hanno accolto. Ringrazio Don Franco Ricci (Abba Franco) che ci ha fatto conoscere questa terra ove per amore nel Signore si è sacrificato. Ringrazio mia moglie, le mie figlie, gli amici che mi hanno sostenuto. Ringrazio soprattutto il Padre Nostro che ci ha resi testimoni del Grande Cielo ricolmo di stelle che brillano d’Amore.
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1 Marzo 2012
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Francesco De Cecco
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